Tutti i giorni della nostra vita sono un cantiere aperto

ISCRIZIONE CATECHISMO
Domenica 30 Settembre 2012 dalle ore 16.00 alle ore 19.00, durante la festa patronale, presso lo stand dell’oratorio estivo e, se piove, in segreteria.

1^ e 2^ Elementare: Avvento e Quaresima (5,00 Euro)
3^ e 4^ Elementare: Venerdì h. 16.45 (via Tevere sotto l’asilo, dal 12 Ottobre, 10,00 Euro)
5^ Elementare: Domenica h. 9.30 (Oratorio, dal 14 Ottobre, 10,00 Euro)
1^ Media: Venerdì h. 15.00 (Oratorio, dal 12 Ottobre, 10,00 Euro)
2^ Media: Venerdì h. 15.00 (Oratorio, dal 12 Ottobre, 5,00 Euro)
3^ Media: Mercoledì h. 18.00 (Oratorio, dal 10 Ottobre, 5,00 Euro)

Da pochi minuti ho salutato gli imbianchini al termine del lavoro di imbiancatura della nostra chiesa.

C’è ancora presente un intenso odore, la luce sembra incuriosita e va a posarsi volentieri sulle pareti rinfrescate e gli stessi mattoni a vista, sembrano ancora più a vista !!! Mi sono guardato attorno più volte e ora concentro lo sguardo sul tabernacolo e la riflessione diventa preghiera ” Signore Gesù, tu vedi i lavori di questi mesi per rendere le nostre strutture e la nostra Chiesa e tua Casa, sempre più belle e accoglienti.

Sappiamo però che ancor più gradisci che il nostro cuore sia imbiancato dal tuo perdono e rinfrescato dall’azione del tuo Spirito. E’ la nostra coscienza che desideri sempre più risplendente della tua presenza e il nostro animo più bello e accogliente. Tu lo sai bene : tutti i giorni della nostra vita sono un cantiere aperto dove tu sei instancabile ingegnere, geometra e operaio.

Grazie perché ci purifichi in ogni circostanza della vita, grazie perché ci rilanci sempre carichi della tua fiducia per essere segni splendenti del tuo amore. fa che ne siamo sempre degni”. Termino la preghiera e d’istinto la mano va sull’agendina e leggo : incontro mondiale delle famiglia, conclusione anno catechistico, preparazione oratorio feriale, incontro per la festa di san Michele….

Gli impegni dunque chiamano. Esco dalla Chiesa dando un ultimo sguardo d’insieme, nella certezza consolante che sei tu Signore ad avere su di noi uno sguardo d’insieme e uno per ogni tuo figlio.

Don Walter Gheno

2 Mistero Gioioso

LA  VISITA    DI   MARIA  A    ELISABETTA

Questo secondo mistero della gioia scaturisce dal mistero dell’Annunciazione. Esso è narrato dal vangelo di Luca che così racconta: “ In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria salutò Elisabetta.

Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del   tuo grembo.  A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco appena la voce del tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo, E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Questo pieno riconoscimento che Elisabetta tributa a Maria è certamente opera dello Spirito Santo, che mette già in contatto speciale  i due nascituri;  riconoscimento che induce Maria a proclamare ( l’esplosione ) del Magnificat:  “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore perché ha guardato l’umiltà della sua serva, d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente……”.

Sono tante le osservazioni e i suggerimenti che si possono trarre. La prima  è offerta proprio da Maria che vive questa divina maternità  senza nessuna  presunzione  di sé, e proprio per questo, la vive come un dono unico e inaspettato, con  una gioia che non  può tenere per sé, perché si sa che la gioia, grazie a Dio, sente il bisogno di essere annunciata  e partecipata; ed ecco quindi che si mette in viaggio verso sua cugina Elisabetta,  come missione;  perché oltre ad una gioia da annunciare , ha un aiuto da dare  a  Elisabetta in avanzata gravidanza.

A rileggere attentamente tutto il dialogo  tra Maria ed Elisabetta (che esclama a gran voce) si evidenzia un vero e proprio contagio di grazia e di gioia. Il “ non ci posso credere”  gioioso  di Maria provoca il “non ci posso credere” di Elisabetta culminante con l’affermazione: “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? ”  Come non può passare inosservato quel “Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore ”. Questa affermazione conferma che la beatitudine di Maria è indubbiamente un dono del Signore ma anche frutto della sua fede che la rende idonea a questa divina maternità.

Come si vede c’è tutta una dinamica di gioia e di stima reciproca che può raffigurare tutti i rapporti umani fondati sugli affetti, sulla solidarietà, sulla stima reciproca.

Questo, se vogliamo, è il cuore di ogni missione, da quella più domestica a quella più universale della Chiesa, che si basa e si struttura sulla gioia delle  relazioni partendo da quella con Dio; gioia che non ignora le difficoltà, le fatiche e le incomprensioni,  ma  sa sempre trovare il sentiero delle relazioni costruttive, come le sa trovare il Signore con noi.

L’esperienza ci dice, come  i sentimenti  della gioia,  della riconoscenza, per non parlare di quello del perdono, non siano sentimenti facili da vivere, anche perché vanno  coltivati e custoditi. Ma quello che ci può venire in aiuto in tutto ciò, è  la considerazione che nostro Signore Gesù ha della nostra vita con le sue pecche  le sue sofferenze le sue difficoltà e i suoi bisogni ; scoprire questa misericordia è l’unico  presupposto per relazioni veramente cristiane.

Anche a noi è data la possibilità di vivere il nostro personale Magnificat se sappiamo vedere col cuore, tutto il ruolo  vitale che il Signore ha in questa preghiera e  che  assume nella nostra vita, così. come l’ha ben percepito  il cuore di Maria.

Vincenzo De Domenico